Quando il cielo è grigio di pioggia e sembra un foglio di carta riciclata, è proprio allora che viaggio coi pensieri: quando osservando questo enorme quadro, dove c’è ritratto niente, dipingo con gli occhi immagini ancora vive.
Pare un fumo immenso così basso da schiacciare l’anima, avvolge le case, gli alberi lontani, quello che di bello c’è dietro.
Pare un fumo immenso così basso da schiacciare l’anima, avvolge le case, gli alberi lontani, quello che di bello c’è dietro.
Se si potesse con le dita voltare questo paginone ingombrante, si vedrebbero mille cose: come adesso che il suo letto azzurro si scopre piano e le mie pupille si restringono all'arrivo del sole.
E’ tutto così bello e naturale…come bello sarebbe poter spogliare la nostra anima da quei vestiti grigi che a volte indossiamo per nascondere la nostra essenza, perché nessuno possa capire i nostri pensieri.
A volte per nasconderci, diveniamo ciò che gli altri vorrebbero che noi fossimo: ridiamo a crepapelle perché potrebbero preoccuparsi di un sorriso mancato, dei nostri occhi non molto vivaci…e a noi non rimane altro che dimenticarci per un attimo, per qualche ora o forse per molto tempo, così tanto, a volte, che ci dimentichiamo chi siamo, qual è il nostro desiderio più grande, la nostra meta.
Mi capita spesso di notare che alcuni ridano troppo spesso senza neanche sapere perché, di vedere sui loro visi sorrisi menzogneri di chi vuole dimostrare a chi lo osserva di non aver paura di nulla, che è forte per il solo fatto di non mostrare il suo dolore agli altri; e se poi sono soli mentono a sé stessi di essere veramente così: escono dalla loro pelle come fanno d’estate i serpenti, la lasciano scivolare via, tra le cose inutili di cui ci disfacciamo durante il lungo cammino.
Capita spesso però che la parte di noi che abbiamo abbandonato per strada di fronte a quel bivio, ce la ritroviamo davanti, costretti a riprenderci quella pelle, ad accettarla e ad andare avanti con quella addosso e imparare anche ad amarla, così com’è…
A volte per nasconderci, diveniamo ciò che gli altri vorrebbero che noi fossimo: ridiamo a crepapelle perché potrebbero preoccuparsi di un sorriso mancato, dei nostri occhi non molto vivaci…e a noi non rimane altro che dimenticarci per un attimo, per qualche ora o forse per molto tempo, così tanto, a volte, che ci dimentichiamo chi siamo, qual è il nostro desiderio più grande, la nostra meta.
Mi capita spesso di notare che alcuni ridano troppo spesso senza neanche sapere perché, di vedere sui loro visi sorrisi menzogneri di chi vuole dimostrare a chi lo osserva di non aver paura di nulla, che è forte per il solo fatto di non mostrare il suo dolore agli altri; e se poi sono soli mentono a sé stessi di essere veramente così: escono dalla loro pelle come fanno d’estate i serpenti, la lasciano scivolare via, tra le cose inutili di cui ci disfacciamo durante il lungo cammino.
Capita spesso però che la parte di noi che abbiamo abbandonato per strada di fronte a quel bivio, ce la ritroviamo davanti, costretti a riprenderci quella pelle, ad accettarla e ad andare avanti con quella addosso e imparare anche ad amarla, così com’è…
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